Ultimo aggiornamento: ottobre 2020
Prima sperimentazione di una Zona 30 dal basso in Italia
Organizzato da GATR - Giovani Architetti Terni e DDA Studio nell'ambito del Festival dell'Architettura di Abitare 2013
Testo tratto dall'articolo di Giuseppe Piras "Zone 30 dal basso: quando i cittadini anticipano le amministrazioni" per Bikeitalia.it
Sono stato invitato con Matteo Dondè, uno dei maggiori esperti di ciclabilità italiani, a tenere un workshop sulla moderazione del traffico a Terni. Il workshop era parte del programma del Festarch_LAB, un piccolo festival di architettura che, nato come spin off del Festarch di Perugia, lo ha presto surclassato. Grazie al lavoro del gruppo GATR (Giovani Architetti Terni), il cui entusiasmo è secondo solo all’enorme ospitalità, il festival in pochi anni ha saputo rendersi autonomo e proporre una visione dell’architettura come laboratorio per la città, utilizzando un linguaggio comprensibile, con particolare attenzione ai possibili punti d’incontro tra i cittadini e addetti ai lavori sul tema dello spazio pubblico.
In questa cornice abbiamo proposto una sessione di lavori che affiancasse alla classica lezione frontale una progettazione scala uno a uno di una zona 30 e di un woonerf. Nei giorni di venerdì 13 e sabato 14 abbiamo sperimentato a Città Giardino, classico quartiere residenziale di inizio secolo, riedificato dopo la guerra che ha fatto di Terni, città delle acciaierei, tabula rasa, la rimodulazione dello spazio della strada. Del nome ormai Città Giardino conserva solo la maglia, le strade, come in tutte le nostre città, sono diventate proprietà esclusiva delle auto, in movimento o in sosta, con conseguente perdita di qualità urbana, incidenti, rumore e rischi vari.
Quello che abbiamo proposto è di rendere con un intervento a costo (quasi) zero via Montegrappa una zona 30, intervenendo principalmente sulla sosta e su arredo urbano di recupero. In via Premuda invece è stata sperimentata una zona 10, un tratto aperto alle auto ma in cui date le bassissime velocità i bambini potessero giocare in mezzo alla strada. L’intervento principale è stato quello di restringere la carreggiata al minimo consentito dalla normativa (più che sufficiente alla circolazione anche dei mezzi pesanti e di soccorso) per ridurre le velocità e ricavare spazio per i pedoni, sottraendolo di fatto alla doppia fila e alla sosta selvaggia.
Il risultato è stato sorprendente. Appena create le prime chicane spostando la sosta da in linea a “a pettine”, automaticamente gli automobilisti si sono adeguati al tracciato rallentando visibilmente la velocità. Lo spazio recuperato con il restringimento di carreggiata ha permesso di realizzare delle aiuole in prato dando maggiore respiro e qualità agli spazi. Gradatamente le persone hanno ripreso possesso della strada, non più trincerata fra due file ininterrotte di auto in sosta, per passeggiare o pedalare in tranquillità. Le auto, già rallentate dalla conformazione della carreggiata non manifestavano irritazione per la presenza di pedoni e ciclisti permettendo così a tutti gli utenti di convivere negli stessi spazi. L’allargamento dei golfi, gli angoli degli incroci, non solo ha drasticamente ridotto la velocità delle svolte, uno dei momenti più pericolosi, ma ha recuperato spazio tale da trasformare ogni incrocio in una piccola piazza, senza grande differenza fra marciapiede e strada.
Di seguito, una serie di foto di via Montegrappa e via Premuda prima e dopo l'intervento
Ma al di là del risultato, pur notevole, la cosa più interessante è stato il rapporto con i cittadini. Lavorare direttamente in strada permette di incontrarli (e scontrarsi) e poter spiegare le ragioni e la visione che sta alla base dell’intervento. Molti sono stati subito felici di veder un intervento che potesse garantire sicurezza e minori incidenti, altri sono stati da subito molto contrari, altri ancora sebbene perplessi in un primo momento, hanno cambiato opinione al termine dell’illustrazione del progetto o vedendo i risultati eclatanti a fine giornata. In ogni caso, favorevoli o contrari, tutti hanno dato l’impressione di riuscire ad adeguarsi rapidamente alla nuova situazione, tanto che alcuni, saputo che si trattava solo di una installazione temporanea, si sono subito attivati per creare un gruppo di pressione verso l’amministrazione per chiedere un intervento definitivo.
E’ l’ennesima dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che i cittadini sono pronti a quel cambiamento culturale che spesso viene tirato in ballo come scusa da parte degli amministratori per non mettersi al passo con il resto d’Europa. In un fine settimana, senza risorse, un gruppo motivato di cittadini è riuscito a fare quello che spesso amministrazioni poco convinte non riescono a fare in un mandato intero. Un appello a chi vuole vedere veramente un cambiamento: riprendetevi lo spazio, se avete bisogno di una mano noi ci siamo!
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